Siamo in grado di anticipare il testo del decreto del ministero della Salute firmato ieri che rivoluziona gli effetti del ticket di 10 euro nelle varie regioni. In ballo la copertura di 381,5 milioni nel 2011 e di 834 nel 2012. La differenza con le percentuali del riparto 2011 arriva anche al 70%. A rimetterci soprattutto Emilia Romagna, Veneto, Bolzano e Valle d'Aosta. Ci guadagnano invece Umbria, Campania e Calabria. Errani: "un decreto sbagliato nei dati, nei modi e nella sostanza". Domani incontro con il Governo. Ma fuori "onda" qualcuno palesa che il riparto 2011 possa essere invalidato.
27 LUG - Giovedì scorso si era parlato di un tavolo per concertare una rimodulazione dei ticket previsti dalla manovra. E il tavolo dovrebbe avviarsi domani con un primo incontro tra le Regioni e il Governo, come annunciato oggi al termine della Conferenza Stato regioni. Ma, cogliendo tutti di sorpresa, unilateralmente e prima ancora che le Regioni potessero incontrarsi (la riunione della commissione Salute delle Regioni era fissata per oggi pomeriggio) il ministero della Salute, di concerto la Ragioneria generale dello Stato, ha varato un decreto (con data del 26 luglio a firma del Capo dipartimento della Qualità del ministero della Salute Filippo Palumbo e controfirmato dal Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio) che definisce gli importi che ciascuna Regioni dovrà ottenere attraverso l’applicazione dei ticket sulla specialistica, quello di 10 euro sulla ricetta o altri alternativi, per i 5 mesi non finanziati del 2011 e per il 2012.
Anche se manca ancora una presa di posizione ufficiale in attesa dell'incontro di domani, la tensione nei rapporti tra Governo e Regioni sembra essere alle stelle. Sembra anche che il ministro dell'Economia sia intervenuto duramente nei confronti della Regione Toscana che aveva approvato una delibera di riflessione, che rimandava dunque l’applicazione dei ticket. Una tensione che trapela dalle parole di Errani che al termine della Stato Regioni ha dichiarato: "Sui ticket la situazione in queste ore si sta facendo ulteriormente confusa e critica. Le regioni, ribadendo quanto sostenuto fino a oggi, chiedono che il governo faccia chiarezza".
Parole nette, rafforzate poi da un'altra dichiarazione, dove il presidente dell'Emilia Romagna parla di un "decreto sbagliato nei dati, nei modi e nella sostanza". E in effetti, le prime elaborazioni regionali degli effetti del decreto (che siamo in grado di anticpare nella tabella a fondo pagina), evidenziano come la ripartizione tra le Regioni delle somme previste per i 5 mesi del 2011 e per il 2012 (pari rispettivamente a 381,5 milioni e 834 milioni) non coincida con la suddivisione prevista dal riparto del fondo sanitario varato il maggio scorso. Un dato che, secondo le prime valutazioni raccolte a caldo da Quotidiano Sanità in ambienti regionali, potrebbe addirittura invalidare lo stesso accordo sul riparto 2011.
E in effetti, guardando le tabelle allegate al decreto e mettendole a confronto con quelle del riparto si evidenziano differenze macroscopiche che stravolgono gli accordi presi solo pochi mesi fa tra Governo e Regioni.
Alcuni esempi. L'Emilia Romagna è la Regione più penalizzata dai nuovi calcoli con un aumento degli introiti da garantire con il ticket del 62,57%, il che vuol dire 38,7 milioni di euro in più da coprire nel 2012 rispetto alla quota stabilita dal riparto 2011. Subito dopo la P.A. di Bolzano con il 56,50% di oneri in più da coprire e poi il Veneto e la Valle d'Aosta con percentuali superiori del 49% rispetto al riparto.
Ad avvantaggiarsi delle tabelle del ministero sono invece soprattutto l'Umbria e la Campania, con un taglio degli oneri superiore al 70%, la Calabria con un taglio del 61,20% e la Sicilia con una diminuzione del 56,62%.
Insomma una bella rivoluzione dei conti che il decreto ministeriale giustifica con i risultati di un lavoro di monitoraggio sul flusso delle ricette di prestazioni specialistiche (sulle quali inciderà il ticket di 10 euro) prescritte agli assistiti, ma anche su quelle erogate in ospedale e in pronto soccorso, per un totale stimato di 83,4 milioni di ricette annue che le tabelle del decreto ripartiscono Regione per Regione.
Sulla base di questi dati è stato per l'appunto ricavato il nuovo riparto delle quote da coprire con il ticket , alle quali le Regioni, sempre secondo il decreto, dovranno far riferimento per il mantenimento dell'equilibrio economico finanziario, sia in conseguenza dell'applicazione del ticket di 10 euro sia in caso di applicazione di misure equivalenti alternative, come previsto dalla manovra.
E proprio questa ultima ipotesi è alla base del decreto che, infatti, pone la volontà espressa da alcune Regioni di adottare misure alternative al ticket di 10 euro tra le motivazioni principali del ricalcolo degli oneri ai fini di provvedere alla definizione degli effetti nelle singole Regioni della complessiva manovra connessa all'applicazione del ticket di 10 euro.
27 luglio 2011